.. d'onde era sopra modo miserabile la faccia di quella città, miserabile l'aspetto degli uomini, ridotti in somma mestizia e spavento; cosa da muovere ad estrema commiserazione, ed esempio incredibile della mutazione della fortuna a quegli che l'avevano veduta poco innanzi pienissima di abitatori, e per la ricchezza dei cittadini e per il numero infinito delle botteghe ed esercizi, per l'abbondanza e dilicatezza di tutte le cose appartenenti al vitto umano, per le superbe pompe e sontuosissimi ornamenti così delle donne come degli uomini, e per la natura degli abitatori, inclinati alle feste ed ai piaceri, non solo piena di gaudio e di letizia, ma floridissima e felicissima sopra tutte le altre città d'Italia920. In Milano non vi era che penuria e desolazione; e la fuga stessa non era sufficiente presidio, poiché gli Spagnuoli diroccavano le case dei cittadini che altrove ricoveravansi. Riuscì tuttavia di conforto ai Milanesi l'impensata spedizione da Madrid del duca di Borbone con centomila ducati per le paghe dell'esercito, sembrando loro che tale sussidio potesse mitigare in parte tante gravezze ed acerbità. Egli avea la promessa dall'imperatore di essere investito del ducato di Milano, qualora ne scacciasse lo Sforza921. Il Borbone, che sotto Francesco I dieci anni innanzi era stato governatore di Milano, venne accolto come un padre dai Milanesi, che da lui solo speravano la cessazione de' mali enormi cui erano sottoposti. Il Guicciardini reca per esteso le supplicazioni fattegli dai principali cittadini milanesi922, ai quali il duca rispose commiserando la loro infelicità; ma aggiunse che il solo mezzo di tenere in freno i soldati era quello di pagarli; che non bastando il danaro che avea seco recato per soddisfare gli stipendi arretrati, gli abbisognavano ancora diecimila ducati, paga d'un mese, mediante la qual somma avrebbe fatta uscire dalla città tutta la soldatesca.
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