Ma intanto la visita del Brunswich aiutò a consumare i sussidii di vettovaglie che avea dapprima ricevuti Antonio de Leyva, il quale non avendo più mezzi onde pascere le sue truppe, né sapendo più come smungere le borse degl'infelici Milanesi, trovò l'espediente di proibire, sotto la pena della vita e della confiscazione de' beni, che niuno potesse tener farina né far pane in casa; quindi impose una rigorosa ed esorbitante gabella in tutto lo Stato sul pane venale. Queste vessazioni sono così narrate dal Guicciardini934: In Milano, per l'acerbità di Antonio da Leva, era estremità e soggezione miserabile, perché per provvedere ai pagamenti dei soldati aveva tirato in sé tutte le vettovaglie della città, delle quali, fatti fondachi pubblici e vendendole in nome suo, cavava i danari per i pagamenti loro, essendo costretti tutti gli uomini, per non morire di fame, di pagare a' prezzi che paresse a lui; il che non avendo la gente povera modo di poter fare, molti perivano quasi per le strade, né bastando anche questi danari ai soldati tedeschi, ch'erano alloggiati per le case, costringevano i padroni ogni giorno a nuove taglie, tenendo incatenati quegli che non pagavano; e perché per fuggire queste acerbità e pesi intollerabili, molti erano fuggiti e fuggivano continuamente dalla città, non ostante l'asprezza dei comandamenti e la diligenza delle guardie, si procedeva contro gli assenti alle confiscazioni de' beni, ch'erano in tanto numero che, per fuggire il tedio dello scrivere si mettevano a stampa, ed era stretta in modo la vettovaglia, che infiniti poveri morivano di fame, e i nobili mali vestiti e poverissimi, e i luoghi già più frequentati, pieni di ortiche e di pruni.
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