Valse finalmente a calmare le ire e l'animosità del Leyva contro lo Sforza la munificenza di Cesare, che gli assegnò in feudo la città di Pavia e la contea di Monza, colla dipendenza dal duca Francesco II; donazione confermata in appresso dallo Sforza con diploma segnato in Vigevano il 6 febbraio 1531.
Sollecitato l'imperatore Carlo V di restituirsi in Germania, volle che seguisse la sua solenne incoronazione, uno de' principali oggetti della sua venuta. Quindi il 24 febbraio fu incoronato colla massima pompa in Bologna da papa Clemente VII, che era stato poco prima suo prigioniero. In seguito definì le contestazioni tra il papa e l'Estense, confermando a questo principe il ducato di Modena e Reggio, e ordinando che per Ferrata il papa gli confermasse la investitura, mediante lo sborso di centomila ducati943. Sentenziò che il duca d'Urbino fosse restituito al possesso dei suoi Stati, e per metter fine alle turbolenze toscane, sottopose quella repubblica alla sovranità di Alessandro de' Medici. Partì da Bologna verso la fine di marzo. Nel passar da Mantova, decorò il marchese Federico Gonzaga del titolo di duca.
Terminato il congresso di Bologna, il duca Francesco Sforza si restituì pure ne' suoi Stati, donde in settembre si recò a Venezia per alcune pratiche tendenti a conservare il beneficio della pace; ma ben tosto ritornò. Rivoltosi alla interiore sistemazione dello Stato, dié nuova forma al senato, elesse abili magistrati, e sopratutto un abilissimo capitano di giustizia, Giovanni Battista Speziano, per opera del quale i malviventi sgombrarono le strade, e divenne sicuro il trasporto delle derrate; il che anche contribuì a ricondurre l'abbondanza.
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