Ritornato in patria dopo dodici anni di esilio, vi passò tre anni sotto il dispotismo del fratello sospettosissimo, col soffrire la umiliante militar protezione degli Svizzeri. Scacciato nuovamente dalla patria, ricominciò un secondo esilio per sette anni, che terminò poi all'età di trent'anni allorché assunse il titolo di duca, titolo che dovea rendere amarissime le sciagure proprie e de' sudditi, alle quali, mancando egli di forze e di denaro, non poté rimediare. Terminò con questo sventurato principe, morto senza successione, la grandezza della casa Sforza, che nel periodo di ottantacinque anni ebbe principio e fine. Un'imperatrice e due regine nacquero da questa famiglia. L'imperatrice fu Bianca Maria Sforza, figlia del duca Galeazzo Maria, e moglie dell'imperatore Massimiliano; regina di Napoli fu Ippolita Maria Sforza, figlia del duca Francesco I e moglie del re Alfonso II; e regina di Polonia, Bona Sforza, figlia del duca Giovanni Galeazzo e moglie del re Sigismodo. Sei duchi Sforza ebbero la signoria di Milano e del suo Stato; due dei quali, il primo cioè e l'ultimo, morirono pacificamente, e gli altri terminarono la loro vita trucidati o avvelenati o prigionieri in Francia. Osservai nel tomo I958 come otto de' dodici Visconti miseramente perirono; osserviam ora che quattro de' sei Sforzeschi finirono con non minore infelicità. Appena di tre principi uno poté terminare i suoi giorni in pace tanto nella discendenza Visconti, quanto in quella degli sforzeschi. Ora mi si dica se è poi tanto invidiabile la sorte de' grandi, e se abbiano torto i saggi di ogni età di dare il nome di aurea alla mediocrità della fortuna, lontana ugualmente dalla inopia che dall'ambiziosa grandezza!
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