Questo fu il nono governatore morto durante il suo governo, dopo estinta la linea de' duchi sforzeschi. Gli otto antecessori furono il cardinale Caracciolo, il duca di Albuquerque, il marchese d'Ayamonte, il conte di Fuentes, don Ambrogio Spinola, il cardinale Trivulzi, don Luigi Ponze de Leon, e il marchese d'Olias e Mortara. Lewenstein fu tumulato in San Gottardo; gli antecessori lo furono in Duomo, a Santo Stefano, alla Scala, alla Pace, a San Celso, ai Cappuccini di Porta Vercellina. (1719) Gli fu dato in suo successore il conte Gerolamo di Colloredo, che giunse al suo posto sul finire della primavera del 1719. Egli cinse di sbarre la fossa interna della città, a difesa de' passeggeri, e, dopo sei anni di buon governo, partì in cattivo stato di salute per recarsi a morire a Vienna, succedendogli il maresciallo conte Daun.
La nascita d'una terza figlia avendo quasi tratto di speranza l'imperatore Carlo VI di aver prole maschile, s'indusse egli a stabilire con solenne atto, conosciuto sotto il nome di Prammatica Sanzione, una legge di successione, per la quale in mancanza di maschi, sono chiamate le figlie con ordine di primogenitura; legge garantita non solo dalla dieta dell'Impero, ma pur dall'Olanda, dalla Francia, dalla Spagna e dall'Inghiterra, e più efficacemente lo è stata in seguito dalla forza dell'armi. (1725) Una segreta convenzione stipulata il 30 aprile 1725 tra Carlo VI e Filippo V confermò al primo tra gli altri vantaggi in Italia il possedimento dello stato di Milano; il che diede causa ai Lombardi di sinceri tripudii, fondandosi, più che nelle sempre incerte speranze dell'avvenire, nella lunsinga della stabilità della condizione presente.
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