(1729) Questi fausti presagi furono sconvolti da un turbine improvviso, avendo la prossima estinzione delle famiglie regnanti de' Farnesi negli Stati di Parma e Piacenza, e de' Medici in Toscana ravvivate le pretese dell'imperatore Carlo VI, contro le quali la Francia, la Spagna e l'Inghilterra convennero in secreto trattato, conchiuso in Siviglia il 9 novembre del 1729. Perciò da ogni parte si pose cura agli apprestamenti guerreschi, e l'imperatore si mostrò nell'attitudine più imponente. Per di lui ordine il governatore conte Daun fece ristaurare le piazze forti del Mantovano e del Milanese, radunò magazzini copiosissimi, e si accinse con ogni diligenza ad ammassar denaro. L'esercito imperiale in Italia, accresciuto con rinforzi venuti di Germania, fu presto numerosissimo, e si disse ascendere a sessantamila fanti e ventimila cavalli. (1730) Il conte di Mercy, generalissimo, lo distribuì in un accampamento continuo lungo il Po, da Ostiglia sino a Pavia, avendo fatto centro in Cremona per il deposito delle vittovaglie e d'ogni corredo militare. Così, quantunque le ostilità non abbiano incominciato che assai tempo dopo e per effetto di altri ravvolgimenti politici, la Lombardia soggiacque a tutti i danni della più aspra guerra guerreggiata. La diaria, convenuta pagarsi dallo Stato per la difesa del paese, fu aumentata dalle tredici alle sedicimila lire al giorno, per cui ascese ad annui cinque milioni e ottocentoquarantamila lire milanesi. Nella ripartizione di un sussidio straordinario di quattordici milioni di fiorini imposto alla monarchia, due milioni dovette contribuire l'Italia austriaca.
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