Avvenne sul finire dell'anno la battaglia campale di Guastalla, egualmente gloriosa per le due parti, ma senza esito decisivo. Però il partito imperiale in Italia soggiacque ad un colpo funesto per la spedizione marittima partita di Spagna alla conquista de' regni di Napoli e di Sicilia a favore dell'infante don Carlo. Entrò questi in fatti vittorioso in Napoli, il giorno 15 maggio, donde era fuggito il viceré conte don Giulio Visconti, e cinque giorni dopo venne proclamato re delle due Sicilie fra gli urli d'applauso e di tripudio di quella plebe sfrenata e salvaggia, abituata da tanti secoli a festeggiare i presenti e a maledire chi si ritira, quando l'occasione non le sia propizia per fargli un male maggiore. (1735) All'uscire da' quartieri d'inverno l'armata cesarea si trovò accresciuta di alquante migliaia di soldati, che retrocedevano da Napoli col capitano generale duca di Montemar, e all'opposto giunse di Francia in Milano, verso la fine di marzo, il maresciallo di Noailles, e ai primi di maggio in Cremona il re di Sardegna. Incalzati gl'Imperiali dai Gallo-Sardi, furono dal loro maresciallo Koningsegg, con lodatissima provvidenza1102, concentrati verso il Tirolo, avendo prima posto in salvo i bagagli, i malati, i cannoni, e ogni altro attiraglio e impedimento militare. Gli succedette nel comando il generale conte di Kevenhüller, al tempo del quale null'altro accadde fuorché la conquista della Mirandola, riuscita al duca di Montemar, intanto che gli alleati consumavano il tempo e le forze nel blocco di Mantova.
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