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      rio nella Lombardia. Con distinti trattati furono regolati inoltre i confini col re di Sardegna, col duca di Parma, cogli Svizzeri e co' Veneziani. Ma le amichevoli intelligenze e i varii vincoli di parentela e d'interesse contratti colla Spagna e colle potenze italiane non avrebbero bastato a rendere sicura l'Italia nell'emergenza di nuove guerre in Europa, se non riuscivasi a rendere anche la Francia partecipe di siffatti accordi; e a quest'oggetto avendo rivolto l'Austria ogni suo intendimento, vi riuscì con pari felicità: e l'alleanza fra le due corti per tanto tempo rivali, che sempre più si consolidò, se non ha meritato un'unanime approvazione ne' rapporti degli interessi eminenti della monarchia, fu senza dubbio del più deciso vantaggio per la quiete d'Italia. Un altro oggetto della saggia previdenza di Maria Teresa fu di antivenire al caso, benché rimoto, della successione al trono imperiale, la quale restava quasi assicurata alla sua discendenza se avesse potuto far nominare l'arciduca Giuseppe, suo primogenito, in re de' Romani. Ma questo progetto, messo in campo circa l'epoca di cui trattiamo, e caldamente favoreggiato dall'Inghilterra, potea con difficoltà essere accolto dagli elettori per l'età del principe, che appena giungeva ai dodici anni, ed ebbe un insuperabile contradittore nel re di Prussia, onde soltanto nel 24 maggio 1764, dopo la pace d'Hubertsburgo, che pose fine alla famosa guerra de' sette anni, ha potuto aver esecuzione; abbastanza però ancora in tempo, mentre l'imperatore Francesco I morì l'8 agosto dell'anno seguente.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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