At Caesar arridens laudavit Gallos, quod amicis essent etiam in adversis rebus stabiles, praecepitque ne statua loco moveretur. Plutarc. in Vit. Bruti, in fine. (Eravi una di lui statua [di Bruto] di bronzo eretta in Milano, città della Gallia Cisalpina; e in progresso di tempo veduta avendo Cesare una tale statua, che ben somigliava a quel personaggio, e leggiadramente lavorata era, passò oltre, indi fermatosi, mandò chiamando i magistrati, e lor disse, alla presenza di molti che udironlo, ch'egli trovato aveva essersi rotte dalla città loro le convenzioni di pace, tenendo essa dentro di sé un suo nemico. Da principio adunque, com'era ben convenevole, negaron essi la cosa; e non sapendo di cui egl'intendesse, si guardavan l'un l'altro. Rivoltatosi però Cesare verso la statua e facendo ceffo: "E che! disse, non è qui posto costui che è mio nemico?" E coloro vie maggiormente sbigottiti, si tacquero. Ma egli allor sorridendo lodolli, siccome quelli che tuttavia costanti e fedeli erano ai loro amici, quantunque caduti in avverse fortune; e comandò che lasciata fosse la statua in quel luogo medesimo).
21 I superbi edifici di Roma ed altre città, ed in particolare Cartagine, Milano e Nicomedia, adorne di nuove ed eleganti mura.
22 Così crede che si chiamasse quella di Sant'Eufemia il signor conte Giulini.
23 "Milano ancor di maraviglia degnoTutto presenta: Universal dovizia;
Ben ornate le case, innumerevoli;
Pronti e facondi son gli umani ingegni,
Antichi e venerabili i costumi;
Con doppio ordin di muro anco ingrandito
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