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      Giulini, tom. I, p. 419.
      72 Giulini, tom. 2, p. 61.
      73 Liutprand., lib. I, cap. 22.
      74 Rer. Italic., tom. 2, part. II. Chron. Novaliciense.
      75 Vegnendo noi a Pavia nel sacro palazzo, ed ivi fatta nella persona nostra la elezione, colla grazia di Dio onnipotente, da tutti i vescovi, marchesi, conti e da tutti gli ordini di persone tanto maggiori che inferiori.
      Antiquit. Medii Ævi, tom. I, p. 87 .
      76 Nel palazzo di Pavia, che è la capitale del nostro regno. Antiquit. Medii Ævi, tom. I, p. 779.
      77 Liutprand., lib 2, cap. 15.
      78 Giulini, tom. 2, p. 153.
      79 Dissert. Med. Æv., tom. VI, p. 325.
      80 Tom. 2, p. 163.
      81 Giulini, tom. 2, p. 267.
      82 Che egli voleva in quel luogo costruire una fortezza, colla quale, non solo i Milanesi, ma molti principi d'Italia altresì avrebbe saputo tenero in freno. Liutprand., lib. 3, cap. 4.
      83 Gli concedette di poter cacciare il cervo nel suo parco, il che mai accordato non aveva ad alcuno se non ai carissimi ed illustri suoi amici.
      84 Mentre presso le mura della città cavalcava.
      85 Nella propria lingua, cioè nella teutonica, così parlò ai seguaci suoi: Io non sono Burcardo, se non faccio che gli Italiesi tutti si servano di un solo sperone, e per cavalcatura si valgano di cavalle pregne o deformi. Punto non curo la solidità o l'altezza di quel muro; giacché, col solo gettare la mia lancia, morti precipiterò dal baluardo i nemici.
      86 Venne a Pavia e col consentimento di tutti assunse il regno. Liutprand, lib. 3, cap. 5.
      87 Ugone e Lotario regi.
      88 Liutprand., lib. 4, cap.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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