102 Tom. II, p. 151.
103 Landulph . Sen., lib. I, cap. 9.
104 Debbono dunque essere istrutti i laici, affinché nelle case loro debbano con fervore celebrarsi i divini misteri, il che è assai lodevole; siano però i misteri trattati da coloro che dai vescovi siano stati esaminati, e si approvano allorché sono dagli ordinatori loro accompagnati con lettere commendatizie, mentre per avventura debbono recarsi in terre straniere. Se adunque si trovano sprezzatori dei canoni, che straordinariamente ed illecitamente esercitino il ministero, e che ardiscano violare sacramentalmente le cose divine, siano da prima gli uni e gli altri dal vescovo rimossi, tanto cioè il cherico o il sacerdote errante, quanto quello che, con usurpazione, si appropria il di lui ufficio; e qualora non vogliano da questa temerità trattenersi, siano scomunicati.
Canon. XVIII. Synod. Regiaticini ann. 850 regnantib. piissim. Augg. Hlotario ac Hlodovico. Labbei Concilior., tom. IX, p. 1071. Edit. Venet., 1782, Albrizzi e Coleti.
105 Leo Hostiens., lib. II, cap. ultimo.
106 Giulini, tom. II, p. 244.
107 Giulini, tom. II, p. 280.
108 Intanto, celebrando Valperto i divini misteri, con molti vescovi circostanti, il re tutte le regali insegne, la lancia, nella quale chiuso era un chiodo di N. S. e la spada reale, la bipenne, il cingolo, la clamide imperiale e tutte le regie vesti depose sull'altare di Sant'Ambrogio... Valperto, magnanimo arcivescovo, di tutti gli abiti reali, col manipolo di suddiacono, sovrimposta al capo la corona, astanti tutti i suffraganei di Sant'Ambrogio e molti duchi e marchesi, con maraviglioso decoro rivestì ed unse Ottone re, acclamato e in tutti i modi confermato.
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