162 Moltissime variazioni sono state fatte agli scritti di Sant'Ambrogio. Il canonico regolare Giovanni Coster, nella prefazione alle opere del santo dottore, stampate in Basilea nel 1555, così s'esprime a tal proposito: (a) Cum ego igitur ante biennium D. Ambrosii Epistolas antiquis et elegantioribus characteribus conscriptas... nactus essem, caepissemque, meo more, cum excusis libris eas conferre, mirum dictu quantum hic erat dissidii, quantum varietatis, ut statim non potuerim non destomachari in eos qui, editis libris, speciosis quidem sed inanibus et mendacibus titulis, omnia castigatissima... pollicentur. Francesco Junio, nella prefazione all'Index expurgat., riferisce che, visitando in Lione Luigi Saurio, correggeva le edizioni della stamperia Fresloniana, gli mostrò il Saurio le interpolazioni ed i troncamenti fatti al testo di sant'Ambrogio da due frati. Il Rivet pure racconta lo stesso: Critic. sacr., lib. 3, cap. 6. Il Dableo nel suo libro: De l'usage des saints Péres, move le stesse querele. Vero è che i Maurini, nell'edizione di Parigi del 1686, confutano queste opinioni. Ma è altresì vero che nell'edizione delle opere di sant'Ambrogio, fatta in Roma nel 1580 da Domenico Basa, il cardinale di Montalto (che divenne poi Sisto V) nella prefazione dichiara d'avere associati al lavoro: (b) Praeclaros doctores, viros doctrina, et pietate graves, ac linguarum intelligentia, et historiarum cognitione insignes, praeterea in scholastica theologia et Patrum lectione admodum versatos delegi, mihique laboris socios adscivi.
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