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      III, num. XII, ove leggesi: (f) Ut ubi inhabitatores ante lasciviae, et principes luxuriae versabantur, ubi fuerant incentiva libidinis et fomenta nequitiae, ibi nunc sancti sacerdotes magisteria doceant castitatis, et plurima virginalis integritatis exempla quodam supernae lucis fulgore resplendeant, tom. I, col. 517 A. Ognuno potrà osservare se quel plurima sia d'accordo colla legge universale del celibato inerente al sacerdozio. Su di che io non intendo di proferire alcuna opinione, ma unicamente d'esporre i fatti imparzialmente, come conviene alla storia.
      (a) Avendo io adunque trovato già da due anni le lettere di sant'Ambrogio, scritte in caratteri antichi ed assai eleganti.... e cominciato avendo, secondo il mio costume, a confrontarle sui libri stampati, maravigliosa cosa è a dirsi quanta differenza io vi scorgessi, quanta varietà; cosicché all'istante non potei non rimanere stomacato di coloro che nelle edizioni de' libri, con titoli speciosi veramente, ma vani e mendaci, le cose tutte gastigatissime... promettono.
      (b) Mi elessi come soci della fatica dottori illustri, uomini gravi per dottrina e per pietà, ed insigni per la intelligenza delle lingue e la cognizione delle istorie, inoltre molto versati nella teologia scolastica e nella lettura dei Padri... col di cui aiuto e giovamento spiegammo le cose oscure, supplimmo le mancanti, rigettammo le sopragiunte, rimettemmo a suo luogo le trasposte, emendammo le depravate, tutte finalmente procurammo di ordinarle in modo che la genuina frase di Ambrogio suonassero, e convenevolmente corrispondessero alla dignità e gravità di quello scrittore; e ci adoperammo affinché sembrasse parlare lo stesso autore, troncate avendo noi tutte le cose intruse.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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