235 Paghi ogni anno nel mio annuale ai canonici e decumani e custodi della stessa Chiesa che non abbiano moglie, e che all'annuale intervengano, per ciascun canonico quattro denari, due ai custodi e decumani.
236 Se però alcuno di que' canonici fosse infermo, anche non intervenendo egli a questi annuali, voglio che abbia questa benedizione, e se alcuno fosse ammogliato, voglio che sia privato di questa benedizione.
237 Quest'asserzione è contraria a quella del conte Giulini, il quale sul testimonio d'una moneta pubblicata dal Muratori, in cui v'è il nome solo Mediolanum, e dall'altra sant'Ambrogio, che l'incisore ha rappresentato a testa nuda senza la mitra, ha argomentato che appunto verso la metà del secolo duodecimo, essendosi inventato l'ornamento vescovile della mitra, la moneta dovesse essere anteriore a quell'epoca. Se quel dotto cavaliere (che cessò di vivere il giorno 26 dicembre 1780, giorno in cui perdemmo il benemerito nostro cronista, ed io in particolare un amico) riconoscesse ora la moneta che conservo presso di me, vedrebbe l'inesattezza di quell'incisore, poiché ella è posteriore all'introduzione della mitra, che realmente è scolpita sul capo del santo arcivescovo.
238 Tealdo, detto arcivescovo milanese, e Guiberto ravennate, i quali con inudita eresia e superbia si sono levati contra questa santa chiesa cattolica, sospendiamo totalmente dall'ufficio episcopale e sacerdotale, e sopra di essi rinnoviamo l'anatema già pronunciato. Giulini, tom. IV, p. 226.
239 Giulini, tom.
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