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      I consoli di Milano adunque, affine di conciliare le parti, stabilirono che essi e gli altri suffraganei venissero. Per questo in un determinato giorno, non solo i suffraganei concorsero, ma molti puramente vestiti di rozza ed incolta lana, e col capo raso in modo insolito. E vedendoli quell'arcivescovo congregati, e che al popolo sembravano angioli venuti dal cielo, disse al popolo medesimo: Tutti quelli che voi vedete in questo luogo con quelle cappe bianche e grigie, tutti sono eretici. Quindi la plebe ignara ed i congiurati suscitarono guerra, affine di cacciarlo e di deporlo. In quel giorno però resistere non poterono alla spada di Anselmo. Ma verso la metà della notte, sparso essendosi molto danaro, la truppa validissima del primicerio e del prete Stefano, sul far del giorno, lo stesso Anselmo cacciò dalla sede. Landulph. Junior., cap. 41.
      274 Il papa ebbe a sua disposizione un messaggiero tanto idoneo a queste faccende, quanto lo fu Bernardo, abate di Chiaravalle.
      275 Veramente, ad insinuazione di questo abate, tutti gli ornamenti ecclesiastici, in oro, in argento, in vesti che nella chiesa della città stessa vedevansi quasi da quell'abate guardati con disprezzo, chiusi furono negli scrigni. Landulph. Junior., cap. 42.
      276 Io domani monterò sul mio palafreno, e s'egli mi porterà fuori delle vostre mura, non sarò per voi quello che voi chiedete; e in questo modo da Milano partì. Landulph. Junior., cap. 42.
      277 Andando per la città, fecero a favor loro copiosa raccolta d'oro, d'argento e di molt'altre cose.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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