321 Veggasi il citato Dobner, tom. I, pp. 61 e 62.
322 Nelle loro sortite tentarono o d'incendiare le macchine, o di distruggere le torri, o di ferire mortalmente alcuni dei nostri; né fuvvi alcun genere di audacia o di ostinazione che essi, ignari delle cose future, ommettessero; e mentre già abbattuta reputavasi la loro superbia, tumidi gloriavansi delle commesse sceleratezze. Radevic., lib. 2, cap. 45.
323 Comanda adunque che vendetta si faccia dei loro prigionieri, e ordina che appiccati siano alle mura.
324 Il popolo però, contumace, troppo ansioso di rendere la pariglia, trasse esso pure in egual modo al supplizio alcuni dei nostri, che prigionieri trovavansi.
325 Ordina che si conducano gli ostaggi loro al numero di quaranta, affinché sieno appiccati.
326 Allora intanto conduconsi prigionieri sei militi tra i nobili milanesi, i quali erano stati trovati in luogo, ove coi Piacentini perfidi ragionamenti tenevano... Perciocché, come sopra si è detto, anche allora Piacenza al principe aderiva con finta devozione e simulata obbedienza... Questi adunque... ordina che condotti sieno al supplizio, e lo stesso fine ebbero essi della vita, che già toccato era ai primi. Radevic., lib. 2, cap. 46.
327 Per impulso del serenissimo imperatore Federico. Lib. 2, p. 260.
328 E già a ruina della città moltissime macchine si appressavano, e già le torri elevate ad altissima mole cominciavano ad attaccarsi. Coloro allora con grandissima forza e pertinacia si diedero a resistere e ad allontanare le torri dalle mura, e coi loro strumenti e con validi colpi di pietre, a sconcertare le macchine nostre.
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