Così Milano, città antica, città imperiale, da diverse calamità desolata viene distrutta. L'imperatore poi, rovinata essendo Milano, in tutta l'Italia esercitava l'imperiale potere, perciocché tutta al di lui cospetto l'Italia tremava, ed avendo egli nelle città italiche stabiliti i suoi podestà, dispose la marcia del suo esercito verso la Sicilia, disputare volendo col Siciliano intorno al ducato della Puglia. Monumenta Historica Bohemiae, nusquam antehac edita a P. Dobner collecta, tom. I, p. 71 e sg.
344 Vicende di Milano con Federico I, pp. 100, 104 e 106.
345 Avanti la porta di San Giorgio in Noxeda. Giulini, tom. VI, p. 317.
346 Non rimase la cinquantesima parte di Milano, che distrutta non fosse. Hist. Rer. Laudens., Rer. Italic. Script., tom. VI, colum. 1105.
347 Da prima incendiò tutte le case; poscia anche le case medesime distrusse. Sire Raul, De gestis Federicis, in Rer. Italic. Scriptor., tom. VI, colum. 1187.
348 Giulini, tom. VI, p. 264.
349 Giulini, tom. VI, p. 230.
350 Il pianto e il lutto degli uomini e delle donne, e principalmente degli uomini infermi e delle femmine sopraparto, e dei fanciulli che uscivano, e i propri lari abbandonavano. Rer. Italic. Script., tom. VI, colum. 1187.
351 Giulini, tom. VI, p. 233.
352 Dopo la distruzione di Milano. Giulini, tom. VI, p. 292. - Vicende di Milano, p. 80.
353 Giulini, tom. VI, pp. 307, 309 e 328.
354 Affinché non fossero dai fondamenti rovesciate, come Milano, che era stata il fiore dell'Italia, se ribelli all'imperatore si facessero.
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