391 Radevich., lib. I, cap. 3, p. 262.
392 Duro è certamente che dipendere debba dall'altrui arbitrio l'animo di uno scrittore, siccome privo della facoltà d'istituire egli stesso un esame. P. 255.
393 Mentre con essi trattavamo di comperarlo, ed essi ce lo ricusavano, il nobilissimo loro castello, cioè Rosate, che cinquecento soldati aveva, facemmo prendere ed incendiare... Poi tre loro castelli fortissimi, cioè Minima, Gailarda e Treca (Trecate) distruggemmo; e celebrato avendo con grandissima giocondità la natività del Signore... distruggemmo poscia Caira, villa grandissima e molto bene fortificata, e la città d'Asti con incendio devastammo... Di là siamo venuti a Spoleto, e perché ribelle era... la pigliammo colla forza, col ferro cioè e col fuoco, e riportate avendo spoglie infinite e molte altre consumate col fuoco, la rovesciammo dai fondamenti. De Gestis Friderici Primi, Caesaris Augusti, Basileae, 1559, p. 186.
394 La città si abbandona al saccheggio, e pria che si potessero portar via le cose che giovar possono all'uso degli uomini, appiccatovi da alcuno il fuoco, si consuma. I cittadini che avean potuto sottrarsi al ferro ed alle fiamme, la vita soltanto conservando, nel vicino monte seminudi, si riducono... Nel dì seguente, perciocché dall'abbruciamento dei cadaveri l'aere tutto corrotto generava intollerabile fetore, trasferì l'esercito nei luoghi più vicini... finché le spoglie sopravanzate all'incendio ad uso servirono, non già de' miseri Spoletani ma dell'esercito.
| |
Radevich Duro Rosate Minima Gailarda Treca Trecate Caira Asti Spoleto Gestis Friderici Primi Caesaris Augusti Basileae Spoletani
|