Giulini, tom. VII, p. 227.
407 Balut, tom. II, p. 662.
408 Giulini, tom. VII, p. 354.
409 Giulini, tom. VII, p. 483.
410 Fu scolpito in marmo sedente sopra un cavallo, il che fu reputato grande vituperio. Questi il primo fu a fare imprigionare gli eretici.
411 Nuove leggi promulgate furono contra gli eretici, dei quali moltiplici erano le sètte e con nomi stranissimi distinte; perciocché, oltre i Patareni, dei quali ho fatto già menzione parlando di Arnolfo, nominavansi i Catari, i Carani, i Concorezii, i Fursici, i Vanii, gli Speronisti i Carantani, i Romolari; e questa peste non meno attaccavasi alle femmine, che agli uomini. Fu all'uno e all'altro sesso vietata questa superstizione, minacciandosi pena capitale e distruzione delle case a coloro che in essa perseverassero, o i colpevoli nelle case loro ricevessero, e in altro modo gli aiutassero. E nell'anno seguente, correndo il mese di gennaio, Goffredo, cardinale di San Marco, legato pontificio, entrato in Milano, stabilì per legge, (di comune consenso tuttavia dell'arcivescovo, degli ordinari e del popolo), che il pretore di pena capitale punisse entro dieci giorni coloro che dannati fossero per giudizio ecclesiastico. Tristan. Calch. Hist, Patr., lib. 8, p. 269.
412 Corio, parte seconda, foglio 72.
413 Stabilito avendo lo inquisitore, distrusse le eresie.
414 Nazarian., cap. 109, p. 561.
415 Corio, all'anno 1952.
416 Diss. Med. Æv., tom. V, p. 92 e sg.
417 La trista vita di un prelato nuoce al suddito ed anche a quello che è consacrato a Dio.
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