Bescapé, p. 56. - Vedansi anche il Rossi, Vita latina di san Carlo, lib. II, cap. XIV, col. 145-146, e Bugati, Storia Universale, lib. VIII, p. 1079.
Sembrava loro (a' Proposti) cosa eccessivamente gravosa che, da quella condizione la quale si erano proposta quando abbracciarono quell'ordine, tolti loro i benefizi, che avevano per la consueta via di tutti gli altri ottenuti, e levati loro tanti commodi e facoltà, fossero ridotti a quella vita in cui e tenue era ciò che da ciascuno doveva usarsi, e quest'esso non proprio, e la quale veniva raffrenata da altre severe istituzioni. Imperocché a nulla avevano, sia essi che i loro parenti, mirato meno nel ricercare queste dignità (benché avessero dovuto mirarvi) che alla monastica cenobitica disciplina. Bensì come suole comunemente avvenire rispetto agli altri sacerdozi, che da siffatte cenobitiche leggi sono liberi, aveano per lo più posto la mira a procacciarsi tal cosa che giovasse a sostentamento dei comodi della vita e della nobiltà. I congiunti altresì, che le ricchezze dei proposti vedevano rivolte allo splendore delle loro famiglie, e speravano quelle trasferire in appresso ad altri più giovani delle stesse famiglie, sforzavansi di mandare a vuoto, per quanto potevano, le stabilite leggi.
1009 Bescapé, p. 40.
1010 Bescapé, pp. 42 e 49.
1011 Id., pp. 65, 66 e 68.
1012 Tiraboschi, Vetera Humiliatorum Monumenta, tom. I, dissert. VIII. De Humiliatorum extinctione, p. 416.
1013 MS. esistente nella cospicua collezione del signor principe Belgioioso d'Este, che ha per titolo: Processo per la coniura fatta dai frati Umiliati, ecc.
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