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      E credi a me, che tutto giorno li pratico, che loro non ci amano né hanno causa d'amarci, perché noi li tiranneggiamo, non li dominiamo. E se abbiamo paura delli insulti esterni, è meglio pensare redimersi da quelli che vengano de' quattro o sei anni una volta con danari, che temere di questi che possono venire ogni giorno. E se li possiamo congregare presto, questo medesimo posson fare da loro per nuocerci. E se a' vicini con essi metteremo timore, a noi medesimi metteremo timore e danno. Potrei dire molte altre [3v] cose, ma, sendo tu stato brieve, voglio fare il medesimo".
      Le ragioni dell'oste non mi dispiacquono. E sendo già ora di cavalcare, montai a cavallo e la sera mi condussi a alloggiare al Piano in Bolognese. E perché l'osteria era piccola e trista, andavo per la villa a torno, la quale aveva sopra, poco lontano, una abitazione d'uno cittadino bolognese, chiamato Francesco della Volta, el padre del quale, secondo dicevano li uomini del luogo, era molto ricco. Ma, come avviene quando delle ricchezze s'hanno a fare più parte, a questo Francesco era tocco il palazzo con non molte terre a torno; e per spender meno si stava il più del tempo quivi. E vedendomi passeggiare venne da me, e mi domandò chi fussi o dove andassi. Risposi che ero mercante fiorentino et andavo a Norimberg per mie faccende.
      Lui, come intese che andavo nella Magna, con grande instanzia mi ricercò se sapevo niente della venuta dello Imperatore in Italia e che grandemente lo desiderava, perché Bologna fussi per suo mezzo libera dallo insopportabile iugo del cardinale di Pavia, che era là legato per papa Iulio.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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