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      E lui, benché stessi alquanto renitente, alla fine s'accordò. E l'aveva condotta con grande onestà, né sapeva quello s'avessi a fare per l'avvenire: ma, facessi quello volessi, era contenta d'essere uscita delle mani del diavolo, che era sua matrigna. Tornò intanto l'uomo suo et, avendo trovata una bestia che la conducessi insino a Mantova, si partì. Et io, riposatomi alquanto, feci il simile.
      E considerai nel cavalcare che, ancora che il paese monstrassi essere fertile di grano e vino, aveva grande incommodità d'acqua. E tutto giorno riscontrai carri che ne portavono a' luoghi dove n'era mancamento, e la traevono del fiume, [8v] el quale era tutto pieno d'uomini e donne, chi per lavarsi e chi per trarne acqua e portarla alle loro abitazioni lungi cinque o sei miglia.
     
      La sera mi fermai alla Mirandola, castello che n'era allora signore il conte Lodovico, uomo nell'arme riputato assai. E come intese ero all'osteria, venne là e, con una cortese forza, nella fortezza dove abitava mi condusse. E fatta ordinare la cena, come a un tale signore si richiedeva, et a lungo parlatomi della diferenzia aveva avuto col conte Giovanfrancesco suo fratello, e come n'era suto causa principale uno fiorentino, chiamato Pietro Bernardo che seminava certa nuova religione, e come lui lo aveva fatto ardere, e perché era già la cena finita, mi menò a una finestra che in una piazza fuori della terra guardava. E mi disse, monstrandomi un luogo, che quivi era suto arso Pietro Bernardo. E sappiendo io che erono dua anni, o più, che era suto morto e vedendo in quel luogo el segno del fuoco quasi d'un giorno, stetti ammirato e dimandai il signore della causa.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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