E venendo una volta a Parigi et essendo in età d'anni diciotto, vidde la figliastra di <Guglielmo> che era eccellentissima di bellezza. E, cominciandola a guardare, <Guglielmo>, che li era appresso, se n'accorse e tanto operò e con la moglie, che era sua madre, e con la figlia, che il Re possette pigliare di lei quello piacere che volle. E con questa arte venne tanto in grazia al Re, che poteva quello che voleva. E conoscendosi vile e da non potere ottenere stati temporali dal Re, pensò di diventare uomo di chiesa. E perché la moglie a questo obstava, con veneno se la levò davanti, avendo avuto d'essa più figli maschi e femmine. Et in poco tempo sendo diventato prete, ottenne dal Re e vescovadi e badie di qualità che aveva grossa entrata.
E pensando il modo a potere ragunare somma di danari presto, occorse che il signore Lodovico Sforza, governatore di Milano, a qualche proposito ricercò il re Carlo che dovessi passare in Italia all'acquisto del Regno di Napoli. E non trovando disposizione né innel Re né tra li più savi signori di Francia, fece tentare <Guglielmo Brissonetto> che, per essere diventato vescovo, San Malò> era chiamato. Il quale, conoscendo che da detto signore era per trarre, [14r] e così poi dalle Repubbliche e Signori d'Italia quando seguissi la vittoria, non considerando quello potessi succedere quando caso avverso venissi e stimando più un ducato che potessi guadagnare in sua proprietà, che un milione che potessi avere di danno la Francia, e postponendo all'utile suo ogni vergogna che potessi avere il Re, gagliardamente lo cominciò a confortare all'impresa d'Italia.
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