E benché per sé volessi mangiar bene e bere meglio, la famiglia faceva stentare e voleva si digiunassi con vigilie che mai furono comandate. Se gli capitava prete alcuno alle mani, di Francia, per espedire qualche beneficio, tutti gli trattava come me. E, per farti conclusione, non credo che da cento anni [15v] in qua sia vivuto il più compiuto uomo in ogni vizio che è il San Malò>, e de' medesimi vizi, ne' quali lui è sommerso insino sopra e' capelli, danni li altri, superbo più che Lucifero, inimico a tutti li uomini e massime agl'Italiani. E mi sono maravigliato della viltà di voi Fiorentini che, avendovi fatto tante iniurie quanto ha, che in fatto tutto il male che avete avuto dalla venuta del re Carlo in qua e che siete per avere è proceduto da lui, non vi siate mossi popularmente, quando è passato per la città vostra, a estinguere e levare di terra uno uomo tanto detestando quanto è lui. E se l'avessi fatto, e' Franzesi medesimi ve n'arebbono avuto buon grado: ma spero che Iddio abbi a fare quello non hanno ancora fatto li uomini".
Io, vedendo il prete acceso in biasimare San Malò, parendomi l'ora tarda, a dormire me n'andai. E la mattina, quando fui a Isola della Scala, presi il cammino alla mano sinistra, perché non volevo passare per Verona, e mi fermai a una piccola osteria fuori di strada, che si chiamava Beccacivetta. E quivi oltre all'oste, trovai uno che si stava là fitto in un canto tutto mesto e non restava di querelarsi, e battersi le mani. Domandà'lo della causa di tanta sua afflizione.
| |
Francia San Malò Lucifero Italiani Fiorentini Carlo Franzesi Iddio San Malò Isola Scala Verona Beccacivetta
|