A questo la Smeralda mia messe l'occhio a dosso, e lui a essa, onde io, che per l'età ero assai esperto, di qualcosa mi accorsi. Ma vietare a messer Achille l'usare in botega mia, era cercare di perdere la vita e la roba, che così usano fare e' gentiluomini, che di noi altri popolari sono crudeli tiranni: e però comandai alla mia donna non venissi più in botega. Lui conobbe questo e con una serva tenevo, la quale stimavo molto fidata, ebbe mezzo di mandare imbasciate alla Smeralda. E convennono [19v] in modo che più volte in casa mia, in su l'ora che avevo più faccende in botega, insieme si trovorno. Io, vedendo messer Achille non esser frequente in bottega all'ora solita, cominciai a dubitare. Et un giorno deliberai vedere se fussi vero quello di che avevo dubbio e volli andare di sopra, ma trovai chiuso l'uscio che di botega montava alle stanze da alto. Andai alla porta di rietro per la quale saliva messer Achille e vi trovai uno suo schiavo a guardia. Pensai vendicarmene sanza romore e, tornato piano adrietro, a un fanciullo che avevo in botega ordinai che dicessi allo schiavo che messer Domenico Trevisano, fratel maggiore d'Achille, diceva che andassi da lui in Rialto, quivi vicino, e che gli voleva dire una parola e subito tornerebbe. Lo schiavo andò e l'uscio rimase sanza guardia. Io subito presi dua giovani che stavano meco et armati corremmo su e trovammo messer Achille e la Smeralda in sul letto che si davano piacere. Fecigli pigliare e legare e li tenni così tutta notte e rassettai più della roba mia in danari che potetti.
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