Nella medesima osteria erano la sera certi carrettoni che venivono d'Italia con mercantie. E con loro era un mercante bergamasco che era suto alla fiera di Marano con esse e, non l'avendo potute finire quivi, le voleva condurre a Lindo.
Questo mercante aveva anni sessanta et era piccolo e brutto: nondimeno, vedendo quivi, la sera, una fanciulletta dell'oste, piacevole che parlava italiano, gli piacque tanto che non si poteva saziare di guardarla. E considerò che lei quando andò a dormire entrò nella stufa allato alla camera dove dormiva lui e gli parve che l'uscio stessi aperto. E quando credette che per ogni uomo si dormissi, uscì di camera e così a tasto n'andò all'uscio della stufa perché, rispetto al fuoco, nelle case d'Alamagna la notte non stanno lumi accesi e, trovatolo serrato, stimò aver preso errore. Era presso a quello uno uscio ch'entrava in su uno palchetto dove era il necessario, che riusciva in su un fiume grosso e veloce. Il bergamasco, trovando questo aperto, entrò drento. Il cielo era oscuro, il palchetto sanza sponde, in modo che nel fiume rovinò e, nel cadere, cominciò a gridare. Quelli ch'erono nell'osteria subito si levorno e stettono alquanto [31v] avanti che del caso s'accorgessino. Pure, sentendo le grida, corsono al fiume e trovorno il misero bergamasco che notava e s'aiutava quanto poteva, ma non bastava contro all'impeto del fiume, fatto grosso per le nevi che si struggevono ne' monti. Alfine con fune gli gettorono, lo riebbono, ma in modo assiderato che non si poteva muovere.
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