Questo Cardinale fu mandato legato a Milano da papa Alessandro, quando il duca Lodovico era per perdere lo stato. E giunse che l'aveva già perduto e n'erono signori e' Franzesi. E perché lui era uomo molto leggieri, e del quale el Papa, ancora che li fussi nipote, poco confidava, mandò seco il vescovo di Setta, uomo prudente, al quale commisse che avessi cura alle azioni del Cardinale e le correggessi, bisognando. In modo che il Cardinale, accortosi di questo, portava al Vescovo odio grandissimo.
Giunti a Milano, trovorono il duca Valentino col Re. Il quale Duca faceva tante dimonstrazioni d'amore verso Setta, che non si potrebbe dire più. E questo accrebbe ancora l'odio del Cardinale verso il Vescovo e, traportato da quello, pensava di farlo morire. E chiamato un giorno questo suo trinciante, gli dette un cartoccetto di polvere bianca che era veneno e li ordinò lo mettessi in sulla vivanda del Vescovo. Il trinciante, se bene stimava assai il padrone, vedendo il Vescovo in tanta grazia del Duca, deliberò referire tutto a detto Duca [32v] forse per paura d'esso e forse stimando esserne di meglio. Il Duca stette a udire quello che il trinciante li disse e niente altro li rispose se non che dessi il veneno a l'uno e l'altro. Il che avendo udito il trinciante et iudicando gran pericolo per sé a non essequire il comandamento del Duca, messe detta polvere in sul cibo che avevono a mangiare il Cardinale et il Vescovo. E fu di sorta che il Vescovo in cinque giorni morì. Il Legato, avendo a ire a Roma per faccende, cavalcò in poste e per il cammino s'ammalò et a Urbino morì. Il trinciante non ne fu di meglio altro se non che ebbe qualche spoglio del Cardinale in su che è vivuto poi a Roma dolcemente.
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