Il famiglio rispose che alla dota non pensassi perché, se si governava a modo suo, né a lui né alla figlia mancherebbe da vivere. E gli conferì come il padrone era innamorato della fanciulla e quello disegnava fare: il che piacque tutto al calzolaro. Onde, tornato al padrone, gli disse che la fanciulla, che aveva nome Illa, era contenta di compiacerli, ma che per niente voleva trovarsi con lui in casa il padre, perché n'aveva troppa paura; ma che a sua posta se n'anderebbe seco, pure che essa credessi che lui gli volessi bene, e per averne qualche arra voleva di presente cento fiorini, e che come li avessi avuti era contenta che il famiglio la menassi dove gli paressi, e che lui si potrebbe sempre escusare e dire che il tedesco [38v] l'avessi trafugata.
Lo imbasciadore approvò il modo, parvonli ben troppi e' danari perché non era molto in sul grasso. Pure il famiglio gli disse che gli riarebbe perché, come Illa fussi ferma seco, vedrebbe tanti segni di benivolenzia che gli renderebbe e' suoi danari. In effetto lo imbasciadore providde e' cento fiorini e li dette al tedesco con ordine menassi via Illa la notte sequente e l'aspettassi a Chent, perché intendeva che lo Imperatore voleva ire a quella volta. Il famiglio, presi e' danari e fatto la sera lo sposalizio d'Illa, montò con essa in una barca e la condusse la notte a Sangallo, terra de' Svizzeri. Il calzolaro era svizzero e la mattina, simulando non sapere dove la fanciulla fusse, ragunò otto svizzeri. Et entrando con essi nella stufa dove era l'oratore, cominciò a fare romore e dire che lui s'era portato villanamente a mandar via la figlia e minacciarlo che, se non la faceva tornare, l'amazzerebbe.
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Illa Illa Illa Chent Imperatore Illa Sangallo Svizzeri
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