Et avendo in [42r] casa una servente bella e fresca, d'età d'anni sedici, a lei pose il suo amore e spesso con essa si trastullava. Né poté fare questo sì cautamente che la donna non se n'accorgessi. Di che oltre a misura dolente, pensava che rimedio dovessi trovare a rimuovere l'animo di mastro Enrico dalla servente e tirarlo a sé; né poteva mandarla via perché temeva che il mastro non l'avessi tanto per male che cacciassi lei. E molte cose rivolgendo per la mente, gli occorse ch'el medico aveva uno fedele servo napolitano, chiamato Andrea, stato con lui insino da fanciulletto e però aveva preso qualche leggieri notizia di medicina, e spesso dava qualche rimedio alle infermità, così alla grossa.
Deliberò dunque con lui consigliarsi e, chiamatolo un giorno in secreto, gli fece intendere l'amore che portava il mastro alla servente et il dispiacere ragionevole che lei ne aveva. E lo pregò che gli dessi qualche rimedio, se alcuno ne sapeva, e che da ora, se seguissi l'effetto che essa desiderava, gli donerebbe dugento fiorini d'oro. Andrea, inteso la donna, sendo avarissimo, pensò vedere se poteva guadagnare e' dugento fiorini. Et alla donna rispose che de' rimedi c'erano assai e che molto bene gli sapeva e che, se essa seguiva il suo consiglio, il medico sanza dubbio alcuno, leverebbe l'amore alla serva et [lo porrebbe] [42v] a lei lo porrebbe, come era conveniente; e però volentieri se ne impacciava.
E pensò il famiglio comporre certo lattovario d'erbe calde e cose odorifere che fussi potente a incitare il medico alla libidine e che, incitato, non si potessi contenere dalla donna colla quale dormiva, e lei, vedendo questo fuori del solito, stimassi che il medico avessi rivolto l'animo a essa e subito li dessi e' promessi danari.
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Enrico Andrea
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