Li uomini sono molto religiosi: e mi fu affermato da un frate da bene che più che la decima parte ogni domenica pigliava la comunione divotamente.
Trovai in Ulmo Antimaco da Mantova, che ancor lui era appresso a Massimiliano per sua faccende. Era suto secretario del marchese Francesco di Mantova e, venendoli sospetto che non rivelassi secreti suoi a' Veniziani, fu constretto fuggirsi in Alamagna. Era uomo dotto e buono e molto religioso.
Era la Natività di Nostra Donna alli otto di settembre, et insieme visitammo qualche chiesa d'Ulmo; e tra le altre udimmo il vespro alli frati predicatori. E detto il vespro, il priore del convento, avendoci conosciuti italiani, ci fece carezze e ci menò per tutto il convento. Et entrati in sacrestia, vedemmo nella bara una giovene morta la quale era stata condotta quivi la mattina per seppellirla. Et inteso il priore che lei, avendo avuto nuove che il marito era morto in Fiandra, sendo gravida, era morta di subito, deliberò tenerla tutto il giorno avanti la lasciassi sotterrare. Antimaco, come fu giunto nella sacrestia, come uomo molto divoto, si pose in ginocchioni avanti a uno altare: [46r] io rimasi a guardare la donna e parvemi nel guardarla udire certo tenue mormorio. Domandai il priore che cosa fussi. Lui, preso una candela, s'accostò alla morta e trovò che li battevano i polsi e menava il meglio poteva i piedi e le mani legate e, colla debile voce, si ramaricava; onde lui chiamò subito li altri frati e fece recare aceto e vino et altre cose da farla rinvenire, et ordinò fussi portata in una camera.
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