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      Aveva un cherichetto allevato da piccolo che non era manco tristo di lui, e si consigliò seco di fare nell'assito della camera del prete uno canale che riuscissi a punto drieto al capo d'Arnaldo quando dormiva: perché il prete [47v] aveva piccola stanza, dove era una stufa con una camera allato con dua piccoli letti. Nell'uno stava il prete et il cherico, nell'altro Arnaldo solo quando veniva a stare col prete. Feciono dunque una buca nel legname, che si partiva dal luogo dove stava il cherico e riusciva dove stava Arnaldo; et iudicorono che lui non avessi a pensare vi fussi malizia, sappiendo che in quella casa non era altri che loro tre che si riducevono tutti in una camera.
      Et una notte che il vecchio vi venne, il cherico, stando desto, come lo sentì sputare, come usano fare e' vecchi, messe la bocca al canale aveva fatto e disse: "Arnaldo, se tu vuoi esser salvo, edifica un convento e dotalo". E questo replicò più volte. Arnaldo, udendo le parole, stette attonito: pure la prima notte non lo mossono, perché dubitò sognare. Ma, stato alquanti giorni e ritornatovi, et avendo prima dal prete molte essortazione circa il disprezzare il mondo e quanto sia brieve questa misera vita a comparazione dell'altra, et udito la notte più volte le medesime parole, deliberò referirle al prete.
      Il quale, inteso Arnaldo, li disse: "Tu puoi aver visto, Arnaldo mio, nel tempo che abbiamo avuto conversazione insieme, che niente altro mi ha mosso a portarti amore e riverenzia, se non uno ardente desiderio che, sendo tu oramai vecchio, l'anima [48r] tua alla fine in buon luogo si riposassi.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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