E, fatto nel palco di sopra una buca e messovi una conca piena d'acqua e turatola bene, appiccò una cordella al turacciolo; et in su la mezzanotte, quando Deifrido era profondato nel sonno, tirò detta cordella. La conca si sturò e l'acqua cominciò a venire a dosso a Deifrido di qualità che, dalla moltitudine d'essa svegliato, si ritrovò tutto molle. E Salimbene li fe' credere che la notte fussi piovuto forte e che quelli tetti non resistono all'acqua come li nostri.
Intesi in Ispruc cosa da considerarla perché, come è noto a ciascuno, in Alamagna de' soddomiti si fa asperrima iustizia, in modo che si può credere che questo vizio di quella provincia sia quasi del tutto estirpato.
Erano alla corte dell'Imperatore dua piemontesi, e' quali cercavano la investitura d'un castello e per questo piativono insieme. L'uno si chiamava Simon da Chieri, l'altro Ioan Polo da Casale e, come interviene, per questa lite erano diventati inimici mortali.
E considerando Simone che Ioan Polo aveva [53r] migliore ragione, e gli pareva ancora fussi più favorito, deliberò provare se con uno scelerato disegno lo poteva mettere in ruina. E sappiendo che Ioan Polo teneva per ragazzo un fiammingo d'età d'anni quindici, un giorno che passava per la via lo chiamò et, avvedutosi nel parlare ch'el fanciullo non era molto bene contento del patrone, li disse che se lui voleva accusare alla iustizia, per un caso che lui gli direbbe, il patrone, lo farebbe per sempre ricco; e li donò per arra dua fiorini.
Il fanciullo, di natura maligno, volendo male a Ioan Polo, incitato da' doni et offerte, gli promesse fare quello voleva.
| |
Deifrido Deifrido Salimbene Ispruc Alamagna Imperatore Simon Chieri Ioan Polo Casale Simone Ioan Polo Ioan Polo Ioan Polo
|