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      E Simone disse che accuserebbe Ioan Polo per soddomito e che lui et il patrone sarebbono presi; e li ordinò quello dovessi dire, e li messe cuore che non dubitassi per minacce o spaventi li fussino fatti, ma sempre dicessi il medesimo, e che questo era il modo a vendicarsi del patrone e diventare ricco.
      Il fanciullo, che non sapeva che cosa fussi soddomia né come in quel paese tal vizio fussi punito, rimase d'accordo di fare quello che Simone li ordinava; onde lui accusò Ioan Polo al borgomastro, secondo era convenuto col ragazzo. Il quale subito fece pigliare Ioan Polo et il ragazzo. Et essaminando Ioan Polo, che era innocente, trovò che audacemente negava. Ma il ragazzo subito confessò e dette tante conietture e verisimili, aspettando minacci e battiture, che Ioan Polo [53v] fu messo alla tortura. La quale e' Tedeschi danno in questo modo che distendano uno uomo in su uno desco, e poi li legono le gambe e le braccia, e tirano a lieva, come si fa a caricare una balestra. Et è questo sì gran tormento, che nessuno vi può reggere: sì che Ioan Polo, vinto dalla passione, confessò tutto quello che diceva il ragazzo, ancora che non fussi vero. E però furono sentenziati al fuoco lui et il fanciullo, secondo il costume del paese.
      Era in quel tempo oratore appresso lo Imperatore per il re Federigo di Napoli messer Francesco de' Monti, famoso iurisconsulto et uomo molto da bene e prudente nelle cose del mondo. E trovandosi in Ispruc et avendo amicizia con Ioan Polo, teneva per certo che lui in questo caso non avessi colpa.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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