Ma, considerando che il frate gli teneva appiccati al cordiglio con una cordellina di seta galante, cominciò a fare il divoto con questo frate. Et una mattina, andando da esso a buona ora, li disse che avendo a ire appresso allo Imperatore, che di quivi si voleva partire, aveva deliberato, remossa ogni cagione, avanti sua partita confessarsi, e che l'ora della morte è incerta, e che era ben contento mettere per il suo Signore la roba e la vita, ma non l'anima; e che lo pregava per carità l'udissi in confessione.
Il frate, prestando fede a tante sue divote parole, prese il carico [58v] d'udirlo e, cominciando la confessione, l'andava interrogando sopra e' comandamenti. E lui gli rispondeva che pareva la più divota persona del mondo. E così seguitando, quando il frate venne al precetto che dice: 'Non furare', lo ricercò se avessi mai furato cosa alcuna. Ser Ciabattella, che ad altro fine non si confessava che per tôrre e' coltelli al frate, messe a questa interrogazione un grande sospiro e, quasi lacrimando, rispose: "Io ho furato e furo". E mentre disse queste parole, con un paio di forbicine, più piano che possette, la cordellina tagliò e si prese e' coltelli.
Il frate di questo atto niente s'accorse; ma, attendendo alla confessione, ser Ciabattella, che aveva essequito la sua intenzione, si sforzò d'abbreviarla et in ultima, presa l'assoluzione e la penitenzia, si partiva con buon passo dal frate. El quale, cercando il cordiglio e non ritrovando e' coltelli, pensò subito che ser Ciabattella li avessi tolto e con gran voce indrieto lo richiamò. Ser Ciabattella alquanto fermatosi li disse: "Frate, non fare romore e sia contento non manifestare la confessione, che sai in quanta pena s'incorre!
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Imperatore Ciabattella Ciabattella Ciabattella Ciabattella
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