Et una sera che il Papa cenava alla vigna d'Adriano, fece invitare messer Ramirro, che v'andò malvolentieri perché era stato malato et ancora non era ben guarito. E però fu dato ordine al cuoco che ordinassi per messer Ramirro qualche vivanda a proposito. Et il Duca si compose con un suo servitore, el quale adoperava a queste cose, che mettessi in sulla vivanda di messer Ramirro certa polvere bianca, che era veneno. Il servitore, andato in cucina, domandò il cuoco se aveva [61v] ordinato niente da parte per messer Ramirro, et il cuoco disse di sì e gli monstrò certo biancomangiare in una pentola. Il servitore, stato alquanto in cucina, appostò che il cuoco fussi occupato e messe la polvere nella pentola e poi si partì. Il cuoco, come è di costume, assaggiando poi il biancomangiare, subito si senti cuocere la gola, perché il veneno era ancor di sopra, e pensò quello potessi essere stato, perché sapeva e' modi del Papa e del Duca. E, conoscendosi mortale, volle che delli altri, e gran maestri, morissino quando lui. Et avendo a fare una torta, prese la maggior parte di questo biancomangiare e ne compose la torta la quale, portata in tavola, offese più o meno, secondo la quantità ne fu mangiata.
Il Papa, al quale simile vivande piacevono assai, ne mangiò tanta che subito cascò malato e presto morì. Il Duca, che ne mangiò poca, ammalò ma guarì, e così feciono delli altri. Messer Ramirro, che mangiò la minestra, in dua giorni andò via.
Sonci di quelli che dicano che al Papa fu dato il veneno da un suo cameriere, nel modo che io dirò.
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