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      Teneva costui in casa, come è costume delli osti, più famigli, onde lei tra tutti ne scelse uno più galante et, in conclusione, con esso suppliva a quello che il marito mancava. Né questo poté fare sì cautamente che il marito, che [64v] astutissimo era, non se n'accorgessi e, pensando intra se stesso come se n'avea a vendicare, l'amore che portava alla donna fece che inclinò a punire il famiglio e deliberò amazzarlo. Dormiva questo famiglio in una camera presso alla porta della casa, nella quale qualche volta il figliuolo dell'oste, quando tornava tardi la notte, come fanno e' giovani, entrava per non esser sentito dal padre e quivi dormiva il resto della notte.
      Accadde a punto che l'oste pensò essequire la sua fantasia la notte che fummo quivi. E quando li parve tempo che ogni uomo dormissi si levò et andò alla camera del famiglio, la quale trovando aperta, perché il famiglio era ito fuori di casa e lasciato nel letto il figliuolo dell'oste, accostatosi al letto, con dua ferite il proprio figlio amazzò, credendo aver morto il famiglio. E, perché non si ritrovassi, prese a dosso il corpo morto e lo gittò in un canale non molto lontano dalla casa sua.
      La mattina per tempo l'oste si lieva e, fattosi alla finestra, vede il famiglio che spazzava avanti la porta e, tutto tremante e pallido, corre al canale e trovò il morto corpo in sulla riva e, sanza pensare a altro, nell'acqua furiosa si gittò e la misera vita finì.
      Noi, che pensavammo a buon'ora mangiare, sentimmo a un tratto pianti e romore per l'osteria de' parenti e vicini e per questo, quanto più presto potemmo montati a cavallo, del castello ci partimmo e, con grande incommodo, la sera [65r] ci conducemmo a Cofpair, che è una piccola terra libera in Svevia.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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