Era già più che mezzo dicembre, quando allo Imperatore parve di partire da Meming per ire verso Italia perché e' principi e città cominciavono a mandare le gente a piè et a cavallo, convenute nella Dieta di Constanzia. Et a noi fu ordinato seguitassimo il Legato che andava in Augusta per vedere quella città, che in vero merita d'esser veduta volentieri. E però il Venafro et io ci partimmo un giorno dopo mangiare da Meming e, cavalcando per luoghi piani et acquosi, la sera arrivammo a un borgo detto Underberg e ci posammo a una osteria assai buona.
Quivi era la sera alloggiato Sigismondo tedesco, secretario del Legato, giovane d'anni ventidua e pulito e bello. L'oste aveva intra l'altre brigate una figlia, chiamata Margherita, d'anni diciotto, et ella ancora, secondo il costume della Magna, attendeva a servire e' forestieri. E nel servire e motteggiare gli piacque questo Sigismondo e pensò la notte, a ogni modo, dormire con lui. Et, ordinatoli una buona camera, quando tutti gli altri [70v] furono a dormire, fingendo rimanere nella stufa per rassettarla, n'andò alla camera di Sigismondo e si voleva spogliare per entrare nel letto. Di che lui accortosi, perché aveva il lume, gnene proibì, o che lo facessi per continenzia o per dubbio di non l'avere a pigliare per moglie, se fussi suto trovato, o, forse, per essere assueto qualche anno a Roma non li andassino le donne a gusto.
Basta, che lei non li poté mai persuadere, né con parole né con atti, che lui si contentassi che ella dormissi seco.
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