Ma mi parve vedere venire di qua Ulrico, tutto penseroso, e Gaspar suo servo. Metterommi qui da parte per vedere se potessi udire qualcosa a mio proposito.
ULRICO, GASPARRE servo, SORBILLO par.
Ulrico: Più volte t'ho detto che io voglio in ogni modo rompere con queste meretrice ribalde. E se mai fui in tal fantasia, ora vi sono, ché sono stato tanto iniurato da loro che non è possibile ne facci pace.
Gasparre: Che cosa è nata di nuovo tra voi? Ieri sera cenavi insieme sì allegramente et ora molto presto ti veggo mutato.
Ulrico: Io ti voglio contare per ordine la trama acciò mi possa consentire abbi ragione. Come tu intendesti, la sera passata per loro medesime si profersono di volere cenare meco, né io le potetti ricusare. E, come furono giunte in camera, Constanzia si messe a sedere in sul letto dicendo: Ceniamo presto, che ho gran sonno e, subito dopo cena, voglio mettermi a dormire qui". Puoi pensare se tale parole mi piacquono! [76r]Gasparre: Non solo lo penso, ma lo so di certo.
Ulrico: Cenammo di buona voglia e stati un poco a motteggiare, io chiamo Secondo, tuo compagno, che accompagni Paulina a casa. E, come è venuto, ella gli dice che chiami Guglielmo, suo servitore, perché li facci compagnia.
Gasparre: Oh, Secondo non bastava?
Ulrico: Ben sai che sì. Ma sta' a udire. Come Guglielmo fu giunto, Paulina, come era composta con lui, li domandò se nessuno fussi stato a casa. "Come!" rispose Guglielmo, "e c'è stato il marito di tua figlia!". Subito Constanzia e lei, impalidite e tremante, si rizzorono e Paulina disse: "Noi siamo ruinate!
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