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      Chiusi la porta perché tra noi non seguissi qualche scandolo. Constanzia venne alla porta e la volle aprire e non potette. E sentì strepito in camera, in modo che, o per paura o per qualche altra causa, fuggì nell'orto e si gittò a terra del muro e si misse a correre verso la casa del tuo patrone quanto poteva. Pietro, credo la seguissi. Et io ho aspettato insino a giorno per vedere se torna e, non sendo tornata, mi parto. Ho ben caro averti trovato per sapere da te se fussi venuta a casa Ulrico.
      Gasparre: Mal caso è stato questo et a casa nostra non è venuta, né vi verrebbe perché Ulrico è adirato con lei.
      Ferrando: Et io sarò il medesimo e, se saremo d'accordo Ulrico et io, staremo tanto a mettere il piede in questa casa, che ella e la matre ce ne pregheranno.
      Alonso: Deh, patrone, lassa andare in che modo t'hai a governare in futuro e pensa come l'hai a ritrovare!
      Gasparre: Io so così certo dove ella è, come io so che noi siamo qui. Lei è a casa Pietro né a altro fine s'è fuggita, se non per monstrarli quanto ella l'ami e che, per suo amore, abbandona te. Né va a casa Ulrico che è vicino, ma si mette andare per tutta Roma a mezzanotte.
      Ferrando: Oh, come di' tu il vero, Gaspar! Ma per e' Vangeli di Iddio, che me non ingannerà [79v] più! Io li ho prestato mule e veste tutto questo carnovale per far maschere, donatoli danari e cose, provisto in casa da mangiare, e che al presente mi preponga Pietro non lo posso sopportare! E tu, se amerai il tuo patrone, lo conforterai a lasciarla in tutto.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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