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      Gasparre: Se li vorrò bene, m'ingegnerò conformarmi colla volontà sua, la quale so certo che è di sapere dove ella sia. E però voglio andare a cercarne.
      Ferrando: Deh, se la truovi, viemmi a dire qualche cosa.
      Gasparre: Non passerà una ora intera che intenderai dove ella sia. Va' intanto e dormi, ché n'hai bisogno.
     
     
     
      GASPAR solo.
     
      Bene è sciocco Ferrando, ancora che sia spagnuolo, se crede quando la truovi gli vadi a dire cosa alcuna. Se la truovo a casa Pietro, la conforterò a starvi e so che il mio padrone arà più caro che stia là che qua, perché Paulina ogni dì pone una taglia a Ulrico e consiglia Constanzia male e vorrebbe metterla sotto a qualunque passa per la strada, pure che li dessi danari, e, per un paio di galline, acconsentirebbe che in sua presenzia la figlia li fussi abbracciata. Ma se starà a casa Pietro, non arà pratica con altri che con Lui e potrebbe essere che, stando lei discosto, l'amore che il mio patrone gli porta diminuissi. Ma io sono un matto perché questo sarebbe a proposito suo e non mio, perché m'adopera a questo. E solevo essere uno de' più vili servi avessi in casa, ora sono quasi il primo; comando alli altri e sono ubbidito; solevo ire a piè, ora vo a cavallo, vesto bene e mangio meglio et in casa non fo se non quello voglio, perché sempre ho scusa d'essere stato in qualche faccenda per Constanzia: [80r] e però, essaminato tutto, per me fa mantenere questo amore.
      Et ora, quanto più presto posso, voglio ire a ricercare di lei per poterne dire novelle a Ulrico che, se stessi dua o tre giorni sanza intenderne nuova, l'amore comincerebbe apassire.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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