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      E così convenuti, passorono gran parte della notte. E perché il ragionamento fu lungo e piacevole e [93r] forse non inutile, lo riferirò per modo di dialogo. E prima cominciò Antimaco.
     
      ANT. Spesso sono stato ammirato che certi uomini, li quali sono tenuti prudenti, sieno tanti dediti al giuoco e si escusano che lo fanno per fuggire ozio e passare il tempo con manco fastidio possono. Et io credo in molte cose ingannarmi, ma in questo voglio parlare audacemente et affermare che il giuco(3), in ogni qualità di persona, è vizio tanto pernizioso quanto alcuno altro perché e' principi, che hanno questo vizio, danno malo essemplo a' sudditi et il tempo, che doverrebbono consumare in pensare a governare bene et udire chi ha bisogno, dispensono invano, onde ne seguono innumerabili disordini. E' nobili inviluppati in questo lasciono ogn'altra faccenda. E' mercanti ricchi impoveriscano e poveri si conducano in disperazione. E' giovani, se cominciono a vincere, diventano pròdigi e lussuriosi e libidinosi; se cominciono a perdere, perdono, insieme co' danari, l'animo e s'inviliscono e quelli che sarieno riusciti valenti uomini doventano [93v] vili e da pochi e fraudolenti. E' poveri artefici consumono nel giuoco e' danari et il tempo, co' quali arebbono a nutrire la loro famiglia; e' contadini abbandonano la cultivazione. E così, da questo maletto vizio, seguono tutti e' disordini che si possono non che dire, ma pensare. E ci sarebbe da parlare sopra questo insino a domattina, ma voglio aspettare la risposta tua.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





Antimaco