Il vino, preso con modestia, conferisce, ma, immoderato, nuoce: così il giuoco ha molti difetti in sé, ma procede da non essere usato in quello modo si debbe. Il coito è causa di mantenere la generazione umana, ma chi non attendessi mai a altro sarebbe da biasimare; el mangiare sostiene il corpo, ma chi mangiassi sempre sarebbe una bestia: però non è da dannare assolute il giuoco, ma sono bene da dannare quelli che l'usono sanza considerazione e sanza modo.
E perché tu di' che occupa il tempo, questo non si può negare. Ma chi è quello a chi non avanzi tempo? e che ne consumi una gran parte in dormire più che il bisogno, et in parlare e dire male di questo e quello, et in contare favole e novelle che non sono di profitto alcuno? Et Iddio volessi che i principi, quello tempo che distribuiscono in pensare alle guerre et inquetare e' popoli e mettere nuove angarie e non li lasciare vivere, lo distribuissino più presto in giucare! Perché qual cosa è più contraria alla religione [94v] nostra che la guerra? Et il Salvatore Nostro non ci essorta a altro che alla pace, nondimeno è tanto la ignoranzia delli uomini che è laudato un principe inqueto, crudele e bellicoso et uno queto, pio e che attende alli suoi piaceri è dannato...
Ma non voglio, Antimaco mio, che mi risponda perché il parlare nostro procederebbe troppo in lungo. A me basta avere detto quanto mi occorre e so che tu se' di troppa età a poterti rimuovere della tua oppenione.
IIISOMMARIO
DELLA ISTORIA D'ITALIA
(1511-1527)
EPISTOLA DI FRANCESCO VITTORI
| |
Iddio Salvatore Nostro Antimaco
|