Et a questo effetto mandò più volte suoi uomini a questo principe et a quell'altro, ma niente giovò, perché il re Ferrando voleva tanto indebolire il re di Francia, che non potesse pensare a Italia, perché, mentre che esso ci disegnava, a lui non pareva possedere sicuro il Regno di Napoli.
I Svizzeri, che in fatto erano signori di Milano, non volevono che lui potesse tornare a ripigliarlo. Lo Imperatore faceva la guerra per piacere, né altro fine ci avea dentro. Il re d'Inghilterra voleva contentare i popoli suoi i quali sono per natura inimici a' Franzesi. E mentre che tutti i sopranominati si preparavano a fare guerra contro a Francia et il Re a difendersi, i Veniziani sollecitavono il Papa che, sendo loro stati in lega con Iulio, re Ferrando et Imperatore contro a' Franzesi, che operasse come successore di Iulio, che fussino osservate loro le condizioni; e che, avendo il Viceré tolto Brescia delle mani de' Franzesi che doveva, per li patti, essere loro restituita.
Leone conosceva essere così il iusto e ne parlava ogni [15r] giorno a don Ieronimo Vic, oratore a Roma per Ispagna, e ne scriveva alli suoi nunzi, che erano presso al re Ferrando; et aveva sempre le migliori risposte e parole del mondo, ma non si veniva a conclusione, il che procedeva perché il re di Ispagna voleva nutrire un essercito in Italia, in altro luogo che nel Regno di Napoli. Ma in fine i Veniziani, veduto di essere tenuti in parole, s'accordorono col re di Francia et ottennero da lui che traessi di prigione Bartolomeo d'Alviano, quale era suto preso da' Franzesi nella rotta di Adda, e lo feciono capitano.
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