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      Et in questa dilazione lo Imperatore, che per natura era vario e quanto oro era al mondo non aria potuto riparare alle sue spese, venne a qualche altercazione col re d'Inghilterra e, sanza mettere più tempo in mezzo o pensare più oltre, se ne tornò in Alamagna.
      Il re d'Inghilterra, per questo, et ancora perché avea fatto grande armata per mare e mandatala a Fonteravia, con intenzione che il re Ferrando avesse a muovere per terra da quella banda, vedendo la cosa andare in lungo, restò male satisfatto e richiamò l'armata sua. E questo fece tanto più volontieri perché li Svizzeri, i quali secondo la composizione tra loro collegati, con ventimila uomini assaltorono la Borgogna e messono la obsidione a Digiuno, dove era [16v] il capo per Francia monsignore della Trimoglia che fece sì gagliarda difesa, che detti Svizzeri, diffidando poterla sforzare o per qualsivoglia altra causa, accordorono con monsignore della Trimoglia con convenzioni onorevoli et utili per loro, e ritornoronsi subito indrieto.
      La quale convenzione il re Luigi non volle né ratificare né osservare. Onde, come è detto, Enrico re d'Inghilterra per li modi del re di Spagna, dello Imperatore e de' Svizzeri, conobbe che lui era quello che spendeva sanza profitto e che li altri collegati facevano quello volevano, sanza tenere conto di lui; ritirò lo essercito di là dal mare e volse l'animo allo accordo con Francia. Et essendo morta di poco la regina Anna, moglie del re Luigi, s'appiccò pratica tra questi duo Re d'amicizia e parentado e si fermò l'uno e l'altro.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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