Soldò ancora il Papa più altri capi, e Colonnesi et Orsini e Savelli et il duca d'Urbino e, per l'ordinario, avea Guido Rangoni; et a tutti dette danari. E il dì di san Pietro dette il bastone a Giuliano suo fratello e lo fece generale capitano della Chiesa, il quale era più presto da corte che da guerra. E lo fece inviare verso Firenze et ordinò che tutte l'altre genti sue, a piede et a cavallo, lo aspettassino a Piacenzia, dove si dovea fare la massa di tutto lo essercito.
Lorenzo de' Medici, nipote del Papa, il quale, come io dissi di sopra, come cittadino governava Firenze, intendendo come Giuliano suo zio, nello sposalizio della moglie, avea promesso al conte di Ginevra, fratello di detta sua moglie, che farebbe opera che sarebbe capitano de' Fiorentini con gran soldo, gli parve che, succedendo, avesse a essere con diminuzione dello onore suo e che li Fiorentini avessino a restare male satisfatti e del Papa e di lui di essere fatti spendere, quando Loro gli dovevano rispiarmare. E pensò di ovviare a questo disegno con fare eleggere capitano sé con intenzione, però, di non volere né genti né denari, ma gli bastasse solamente il titolo, acciò che il Papa e Giuliano si astenessino dalla impresa. Né ancora prese questo partito sanza la volontà del Papa il quale, [18v] quando egli gnene conferì, vi fece molte difficultà, ma in ultimo concluse che quando il Consiglio delli Settanta vi acconsentisse volentieri, che egli ne resterebbe satisfatto, stimando che tale Consiglio non l'avesse acconsentire.
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