Ma Lorenzo, avendo prima parlato con molti di detto Consiglio e mostro la causa per la quale cercava di essere soldato, ottenne subito il consenso di tutto il Consiglio, il che dispiacque assai al Papa, pure bisognò che avesse pazienzia. Ma disegnò che le genti che avea Lorenzo in condotta in nome, avessino a essere in fatto e ne richiese la città. Lorenzo, vedendo il consiglio suo non succedere perché, dove volea ovviare alla spesa, vedeva bisognava spendere e, dove non voleva che le genti de' Fiorentini si scoprissino contro al re di Francia, conosceva che, mandandole in Lombardia, seguiva contrario effetto (il che era grande preiudizio alla città, sì per i molti mercanti fiorentini che sono per il regno di Francia, i quali malvolentieri vi potrebbono stare et essercitarsi in faccende, quando la città fusse contro a Francia; sì ancora perché, accadendo che il re di Francia vincesse, dubitava, avendolo offeso, non cercasse torgli lo stato), però fece rispondere al Papa che li Fiorentini non manderebbono le genti sanza capitano, sappiendo che il Papa non acconsentirebbe che lui si partisse di Firenze et ancora non lo manderebbe in campo, dove fusse capitano Giuliano, dubitando non avessino a essere discordi.
Leone, avuta questa risposta, non sapea che partito si pigliare. Ma accadde a punto che Giuliano de' Medici non fu stato due giorni in Firenze che s'amalò di due terzane, le quali lo afflissono in modo che presto fu conosciuto che il male sarebbe lungo e pericoloso e per questo non era possibile cavalcassi.
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