Il Viceré dicea queste ragioni alle quali non si potea replicare, e nondimeno aria voluto che il carico del non passare si posasse sopra ad altri et arebbe voluto essere tenuto lui lo animoso e che altri fusse stato riputato il rispettoso.
Mentre le cose erano in questi termini e che [20v] il Locotenente et il Viceré sollicitavano i Svizzeri a coniungersi con Loro, e che li Svizzeri facevano instanzia che lo essercito della Lega andassi verso Milano, il re Francesco avea fatto il suo alloggiamento a San Giuliano e San Donato, villette fra Milano e Marignano, distanti da Milano circa miglia sette. Né mancava di tenere la pratica dell'accordo co' Svizzeri e la avea tanto avanti, che il cardinale Sedunense temeva non avesse effetto, perché il Re era ridotto in luogo che, se li Svizzeri stavono fermi, male poteano sperare la vittoria, e per questo stringeva la pratica il più poteva.
Onde Sedunense confortò li Svizzeri della parte sua ad assaltare i Franzesi, monstrando loro, con la sua lingua usa a predicare, molte ragioni per le quali, faccendolo, sarebbono superiori e che lo onore e utile saria tutto loro, né lo arieno a partecipare con altri, iudicando, quello che seguì, che, come li suoi Svizzeri uscissino alla battaglia, li altri non li vorrebbono abandonare, desiderosi e di aiutarli e di essere compagni alla gloria et alla preda.
Uscirono da principio circa seimila e non più, e li altri poi tutti seguitorono. Et alli 13 di settembre s'appiccò la zuffa, che era circa ore ventidue.
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