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      I Svizzeri, non avendo cavalli e sendo venuti sette miglia ad assaltare i Franzesi nelli loro alloggiamenti, giunsono lassi e trovorono li avversari freschi. Nondimeno, ne' primi impeti, i Lanzichinech e Guasconi et altri fanti che conduceva Pietro Navarra piegorono e, se il Re in persona non entrava nel mezzo de' Tedeschi a ritenerli con prieghi et essortazioni e minacci che non fuggissino, la battaglia andava male per lui, ma la prudenzia e fortezza sua riparò a molti disordini.
      Durò la battaglia insino a due ore di notte, né si vedea ancora dove la fortuna volesse inclinare. La sera, i Svizzeri, che erano usciti di Milano sanza ordine, ebbono poco o niente da mangiare e bere; la notte stettono allo scoperto armati, sanza mai posare. I Franzesi riordinorono lo essercito e lo rinfrescorono di viveri et indirizzorono le artiglierie dove iudicorono fusse necessario, in modo che la mattina, a bona ora, apiccorono di nuovo la zuffa et in due ore ottennono la vittoria con perdita, però, di alcuni signori de' primi di Francia, e di assai gentiluomini et arditi cavalieri.
      L'Alviano, sendo arrivato la sera a Lodi et intendendo del fatto d'arme incominciato, si partì a mezza notte e, non potendo essere seguito dallo essercito, si spinse avanti con celerità con circa sessanta cavalli e giunse quando già li Franzesi avevono avuto la vittoria, ancora che egli, come glorioso, e così li Veniziani attribuiscono questa vittoria in gran [21r] parte a loro, ma in fatto non vi ebbono participazione alcuna.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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