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      E vi providde di fanti et, intra li altri, di diecimila Svizzeri di quelli Cantoni che erono d'accordo seco, e mandovvi più gentiluomini della sua corte. Nondimeno i Franzesi non confidorono tenere la campagna né li passi de' fiumi e sempre si ritirorono in modo che lo Imperatore condusse il suo essercito presso a Milano a tre miglia: e li capitani franzesi, che vi erano ridotti dentro, consultavono già tra loro se era da abandonare Milano e ridursi a guardare le terre di qua da Po.
      Lo Imperatore, come intese che il Re avea diecimila Svizzeri in Milano, prese diffidenzia di quelli avea in campo e, ricordandosi quanto facilmente i Svizzeri sono usi a essere corrotti da' Franzesi, li entrò sospetto non lo dessino pregione come già altra volta avevano dato il Moro e, secondo il suo costume, dette volta indrieto; né lo potette mai persuadere Galeazzo Visconti, nobile [24r] milanese che avea avuto il carico di condurre i Svizzeri, a non dubitare di loro. E la prima ritirata fece a Lodi, dove venne Prospero Colonna, quale era stato pregione in Francia più mesi et, avendo pagato parte della taglia, era suto libero dal Re con certe condizioni. E confortò Massimiliano a non desistere dalla impresa, mostrandoli quanto la Francia fusse essausta di danari e con quanta debolezza i Franzesi erano in Milano, dove era stato qualche giorno.
      Ma non fece frutto alcuno, né fu possibile che a passo a passo non si ritirasse in Alamagna, lasciata ancora con poco presidio Brescia, la quale intra pochi giorni s'accordò co' Franzesi e loro la renderono a' Veniziani.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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