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      E Carlo mandò in campo di Francesco Maria don Ugo di Moncada; e Francesco mandò a Roma monsignor dell'Escù, fratello di Lautrech, e don Ugo praticò con li fanti spagnuoli, che erono con Francesco Maria, e l'Escù fece tenere pratica co' Guasconi et altri Franzesi che erono in quel campo. E finalmente, con certi danari che il Papa promisse a l'una nazione et a l'altra, si venne a composizione, nella quale si dispose che Francesco Maria lasciassi libero il ducato d'Urbino e se ne potessi tornare sicuro a Mantoa. E seguiti questi effetti, ebbe fine una guerra che dette al Papa grandissimo travaglio e spesa, quale non si crederebbe.
     
      E non ebbe solo Leone la guerra fuora, ma ancora in Roma, perché scoperse una coniurazione di tre cardinali, San Giorgio, Petrucci e Sauli, quali operavano levarlo di terra con veneno. E ritenuti in Castello et essaminati, confessorono che lo sapevano due altri cardinali, Volterra et Adriano.
      Volterra in consistorio non si scusò in tutto né accusò, ma subito che uscì di Palazzo se ne andò a Fondi. Adriano, ancora lui, benché il Papa gli volesse perdonare, si partì. E l'uno e l'altro di loro pagò certa somma di danari per la necessità della guerra. San Giorgio ancora fu condannato in danari assai; Sauli messo [29r] in carcere, dove in pochi mesi, per tedio e dolore, morì; Petrucci deposto et incarcerato: e fu openione che in pochi giorni per forza fusse fatto morire.
     
      1518
      Il Papa, dopo questo, cercò di fare una bona e solida amicizia con Francesco, re di Francia.


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Scritti storici e politici
di Francesco Vettori
pagine 412

   





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